Un munifico intellettuale

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Un munifico intellettuale

Alberto Cantoni

... Così, ebreo, e non peritoso e dissimulato, anzi, come si scorge nel suo scritto Israele italiano, dichiarato con ferma e chiara coscienza e dignità, d’esso suo proprio mondo non volle rappresentare, persona o cosa, sentimento o costume, un tratto solo. ...

breve estratto da: Cantoni, a cura di Riccardo Bacchelli in "Romanzi e racconti italiani dell’Ottocento", Milano, 1953

Umorista, poeta, Alberto Cantoni (1841-1904), rampollo di una famiglia ebraica di proprietari terrieri, trascorse una vita tranquilla nelle campagne di Pomponesco. Visse in mezzo ai suoi contadini, ritraendoli anche nei suoi libri. Era particolarmente apprezzato da Luigi Pirandello, che fece l’introduzione alla sua opera postuma L’illustrissimo (1906). Fu scrittore prolifico: Il demonio dello stile e Pietro e Paola (1887), Un re umorista  e Memorie (1891), L’altalena delle antipatie ( (1893), Humour classico e moderno (1899), Scaricalasino (1901). Incline all’analisi psicologica, al grottesco e all’ironia, Cantoni fu il tipico scrittore del suo tempo, poco influenzato dal mondo ebraico a cui apparteneva. Morendo lasciò un testamento in favore dei poveri di Pomponesco. La sua città natale gli ha dedicato un busto all’ingresso del Municipio e ha dato l’intestazione, insieme alla sorella Giulia, della via Fratelli Cantoni.