Due storie diverse
Il territorio dell’attuale Lombardia non coincide con quello dei secoli passati. Tra il XV e il XVI secolo era diviso tra il ducato di Milano (via via sotto i Visconti, gli Sforza e gli Spagnoli), il ducato di Mantova (sotto i Gonzaga) e, per brevi tratti e periodi, la Repubblica di Venezia. Molte città che allora facevano parte del ducato di Milano, come Piacenza, Alessandria o Novara, non fanno più parte del territorio lombardo. La presenza ebraica è stata comunque diffusa nelle campagne e nei piccoli centri, anche se per brevi periodi, legati a momenti economici particolari o per brevi soggiorni di passaggio. In molte località, come per esempio a Iseo o lungo il corso dell’Adda, sono rimaste evidenti tracce di tali momenti. Oggi le due Comunità ebraiche presenti in Lombardia sono Milano e Mantova. Le loro storie sono però molto diverse.
Mantova e tutta l’area circostante hanno avuto per oltre cinque secoli, e fino ai nostri giorni, una vita ebraica intensa, ininterrotta nel tempo e diffusa in tutte le campagne. È il Cinquecento il periodo d’oro di questa presenza, quando si formò e consolidò il ducato dei Gonzaga. In 48 località del Mantovano vivevano piccoli nuclei ebraici che gestivano un banco di prestito, una delle attività permesse agli ebrei. Quando i banchi furono sostituiti dai Monti di Pietà gli ebrei abbandonarono molte di queste località (nel 1700 ne rimasero solo una decina). La città di Mantova rimase per tutto il periodo la più importante. Nel 1600 contava 3000 ebrei. Quando Mantova e il Mantovano passarono sotto gli Austriaci e gli ebrei nel 1791 ottennero parità di diritti, questi contribuirono allo sviluppo economico dell’area, impiantando industrie (tessili di lino e lana) e dedicandosi all’agricoltura. Al momento dell’annessione al Regno d’Italia (1861) la Comunità Ebraica mantovana contava 2800 persone. Da quel momento in poi gli ebrei iniziarono a lasciare i centri agricoli per inurbarsi. In seguito molti ebrei lasciarono la città di Mantova, preferendo spostarsi a vivere in un centro più grande come Milano. Il primo nucleo della Comunità di Milano fu formato proprio da ebrei mantovani.
A differenza di Mantova e del Mantovano, fino all’inizio del 1800 gli ebrei non potevano risiedere a Milano e potevano sostare in città per un massimo di tre giorni per sbrigare i propri affari. Stavano perciò nelle aree circostanti. All’inizio dell’Ottocento a Milano, che si preparava a diventare il centro economico e industriale più importante della regione, la Comunità Ebraica nacque come sezione di quella di Mantova. Formata inizialmente da una trentina di persone nel 1820, passò a 200 nel 1840 e 700 nel 1870. Già nel 1866 la Comunità milanese, divenuta più numerosa di quella “madre” di Mantova, costituì un proprio “Consorzio israelitico”. La Comunità crebbe velocemente: nel 1890 contava 2000 iscritti, nel 1920 erano 4.500, arrivati a 8.000 intorno agli anni Trenta. Per l’avvento di Hitler, molti ebrei tedeschi avevano lasciato la Germania rifugiandosi in Italia. A Milano arrivarono anche ebrei italiani provenienti da Piemonte, Marche, Toscana, Veneto. Nel 1938 quando in Italia il regime fascista promulgò le leggi razziali a Milano vi erano circa 12.000 ebrei, subito espulsi dalle scuole pubbliche e da tutte le professioni. Di questi, tra il 1939 e il 1941, circa 5.000 riuscirono a espatriare rifugiandosi nell’allora Palestina mandataria e nelle Americhe. I tedeschi, in piena collaborazione con i fascisti italiani, deportarono da Milano 896 ebrei verso i campi di sterminio, trasportandoli sui carri ferroviari piombati, in partenza dal Binario 21 della Stazione Centrale. Di questi solo 50 si salvarono.
Con la fine della guerra, la Comunità di Milano divenne un punto di passaggio di profughi e scampati ai lager nazisti e poi, dagli anni Cinquanta del Novecento, di ebrei provenienti in particolare dai Paesi arabi quando, in coincidenza con le guerre arabo-israeliane, gli ebrei dovettero lasciare tutti i paesi arabi in cui vivevano da secoli. A Milano vivono oggi gruppi ebraici che provengono da oltre quindici paesi: i nuclei più rilevanti oggi sono da Egitto, Siria, Libia, Libano, Irak, Iran. La Comunità di Milano conta 6000 iscritti ed è per grandezza, dopo quella di Roma, la seconda Comunità Ebraica italiana.