La Fondazione è un punto di riferimento per le iniziative culturali del territorio mantovano e non solo. Ha sede a Rivarolo Mantovano, storico comune dove è nato Gorni Kramer, dove si possono visitare torrioni gonzagheschi e l’arte orologiaia del Maestro Gorla.
Lombardia Judaica
Giuseppe Veltri (professore ordinario di Religione e Filosofia Ebraica presso l’Università di Amburgo): La personalità e l’opera di Yehudah Moscato, esponente di spicco della cultura ebraica mantovana nel XVI secolo.
Mauro Perani (professore ordinario di Ebraico presso l’Università di Bologna, sede di Ravenna): Il poeta e cabalista Mosè Zacuto, nato ad Amsterdam e nominato rabbino di Mantova nel 1673.
Lombardia Judaica
Stefano Patuzzi (presidente dell’Associazione Man Tovà): Salomone Rossi. Mantova e l’invenzione della musica ebraica.
Maurizio Bertolotti (presidente dell’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea): Rapporti fra cristiani ed ebrei a Mantova nell’età dell’emancipazione.
Lombardia Judaica
Giulio Busi (direttore dell’Istituto di Giudaistica della Freie Universität di Berlino): Storia e peculiarità del giudaismo lombardo. Dal tardo medioevo, attraverso il Rinascimento e fino all’età dell’emancipazione.
Silvana Greco (professore di Sociologia del giudaismo presso la Freie Universität Berlin): Da Milano ad Auschwitz. Liliana Segre e la sua testimonianza esemplare per la memoria della Shoah.
CONVEGNO NEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI MARCO MORTARA
Marco Mortara nacque a Viadana il 7 maggio 1815. Frequentò il liceo a Mantova ed entrò poi nel convitto del Collegio Rabbinico di Padova. Conseguito il titolo di studio nel 1836, iniziò il suo ufficio a Mantova. Nato nell’anno della Restaurazione, salutò con entusiasmo l’adesione di Mantova al Regno d’Italia, avvenuta in seguito alla terza guerra d’indipendenza e celebrata con una solenne cerimonia nel tempio maggiore, componendo per l’occasione una poesia liturgica intitolata
Inno a Dio - per Vittorio Emanuele. Elemento centrale del pensiero di Mortara fu che l’emancipazione riconosciuta agli ebrei nel Regno d’Italia comportasse una transizione dell’ebraismo dall’originaria connotazione nazionalereligiosa a quella esclusivamente religiosa, con la conseguente capacità d’integrarsi nella vita nazionale italiana.